Saluto dell’Arcivescovo al Santo Padre

28-06-2009

1. Beatissimo Padre,


pensando in questi giorni a questa Sua visita, tanto attesa e per noi tutti fonte di immensa gioia e di grande speranza, mi tornano alla mente le pagine degli Atti degli Apostoli, dove si racconta di Pietro, il primo Papa, in visita alla comunità di Lidda, dove guarì un paralitico (Atti 9,32-35) e poi a Giaffa, dove ridiede la vita a Tabità, una discepola che ‘abbondava di opere buone e faceva molte elemosine’ (Atti 9,36-43). Ma, sopprattutto, mi tornava alla mente, quella pagina degli Atti dove si racconta dei molti miracoli e prodigi che avvenivano a Gerusalemme per opera degli Apostoli.


‘Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; degli altri, nessuno osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. Intanto aumentava il numenro degli uomini e delle donne che credevano nel Signore, fino al punto che portavano gli ammalati nelle piazze, ponendoli su lettucci e giacigli, perché, quando Pietro passava anche solo la sua ombra coprisse qualcuno di loro’. (Atti 5, 12-16).


E il Libro Sacro conclude questo racconto assicurando che molte di queste persone venivano guarite, dalla sola ombra di Pietro che passava. Il merito era, naturalmente, tutto del Signore che si serviva del Suo servo Pietro, il primo Papa.


 


2. Beatissimo Padre,


noi crediamo con tutto il cuore che la Sua venuta tra noi, questo Suo sostare in mezzo alle nostre ferite e al nostro dolore, sia un passaggio benedetto dal Signore e del quale il signore si serve per portare conforto, speranza, aiuto. Ed anche la guarigione. Soprattutto la guarigione da ogni tentazione contro la fede e da ogni crisi della nostra speranza. Possa veramente il Signore, attraverso la sua visita, farci sentire la sua carezza di Padre, la Sua presenza apportatrice di speranza e di tanta voglia di rinascere dalla nostra tragedia.


 


3. Beatissimo Padre,


noi Le siamo già immensamente grati per la vicinanza che ci ha mostrata, con le Sue parole, con il Suo messaggio letto dal Suo Segretario particolare e con la presenza del Suo Segretario di Stato, il Signor Cardinale Tarcisio Bertone,  al dolorossisimo rito funebre delle vittime del terremoto. La ringraziamo anche per l’offerta inviata per le prime necessità in questa immensa tragedia. Un grazie vivissimo anche da parte di tutti i bambini che hanno ricevuto il Suo dono per il giorno di Pasqua.


Ma noi sappiamo che Lei, Beatissimo Padre, è venuto per pregare insieme a noi.


Per pregare per i nostri morti, perché il Signore li accolga nella vita vera.


Per pregare per i parenti di tutte queste vittime. Perché il Signore doni loro il conforto e la speranza che solo Lui può dare.


Per pregare per tutta la nostra gente che ha ancora paura, che attende di poter vedere risolti i problemi più immediati.


 


 


4. Beatissimo Padre,


Le chiediamo di pregare insieme a noi, oggi, sopprattutto perché la nostra città possa risorgere presto da queste macerie del terremoto.


Son venuti tanti fratelli e sorelle tra noi, in questi giorni. E non li ringrazieremo mai abbastanza per la loro incredibile e commuovente solidarietà. Sono venuti anche rappresentanti delle Istituzioni e della politica. E ci hanno mostrato tanta solidarietà e ci hanno fatto tante promesse sincere.


Beatissimo Padre,


noi vorremmo che Lei pregasse insieme a noi, oggi, perché questa solidarietà delle istituzioni continui nel tempo e le promesse vengano mantenute.


Vorremmo pregare insieme a Lei, oggi, perché questa solidarietà delle Istituzioni non si infranga in poveri interessi di parte, che rischiano di ritardare o vanificare l’opera della ricostruzione.


In questi momenti la nostra città non ha bisogno solo di ricercare le responsabilità del passato. Ha bisogno, soprattutto, di suscitare tanta responsabilità per il presente.


La ricostruzione dell’Aquila o ci sarà subito o non ci sarà. E sarebbe la nostra morte, più brutta di quella, già tanto tragica, causata dal terremoto.


Beatissimo Padre,


preghi per noi oggi prechè la nostra città risorga presto, con il contributo di tutti, cercando sinceramente il bene di tutti, rispettando le competenze di tutti. Ma senza cedere neppure alla più piccola forma di ostruzionismo. Ogni ostacolo alla rinascita del mondo del lavoro, alla costruzione di nuove case, alla rinascita della nostra università sarebbe un delitto infame, che gli aquilani non perdoneranno mai.


Beatissimo Padre,


Chieda al Signore per noi questo miracolo di una pronta e coraggiosa ricostruzione.


E ci dia la Sua Apostolica Benedizione anche perché si realizzi questo grande sogno che sta a cuore a tutti gli Aquilani.


 


 


L’Aquila, 28 aprile 2009


 


 


 


 Giuseppe Molinari


Arcivescovo Metropolita dell’Aquila