Storia della diocesi

Le fonti attestano l’esistenza in territorio aquilano di una struttura ecclesiale ben definita sin dal I secolo: erano infatti già sedi vescovili le antiche città di Amiterno e Forcona (l’odierna Civita di Bagno), che attorno al 1230 si fusero con altri borghi, dando vita alla città dell’Aquila.
 
Gli elenchi dei vescovi sono incompleti: per la sede di Amiterno si tramandano i nomi di Vittorino, martire sotto Nerva, Castorio, citato da Gregorio Magno, Ceteo, martirizzato dai Longobardi di Ambone, e Leonzio, fratello di papa Stefano II; per Forconio si ricordano Ceso, che ospitò papa Giovanni XII e l’imperatore Ottone I quando si recarono nella città sabina per onorare il corpo di san Massimo, Raniero, lodato da papa Alessandro II, e Berardo da Padula, vescovo dal 1252, che qualche anno dopo sarebbe divenuto primo presule dell’Aquila.
 
L’erezione della diocesi dell’Aquila coincide infatti con la traslazione della diocesi di Forconio: accogliendo le istanze delle autorità civili aquilane, con bolla del 22 dicembre 1256, papa Alessandro IV concesse al centro di recente fondazione lo status di città e la dignità episcopale e ordinò il trasferimento della sede di Forcona, con tutti i suoi onori e i suoi diritti, nella chiesa cattedrale intitolata ai Santi Massimo e Giorgio; con privilegio del 20 febbraio del 1257 il pontefice definì i confini della diocesi.
 
Nel 1818 papa Pio VII e il re delle Due Sicilie Ferdinando I conclusero il concordato che decretò la soppressione della sede vescovile di Cittaducale (per la deficienza delle rendite) e l’annessione del suo territorio alla diocesi dell’Aquila.
 
Per premiare la devozione alla persona del pontefice della sua popolazione e le benemerenze del vescovo Luigi Filippi, con lettera apostolica del 19 gennaio del 1876 papa Pio IX insignì la sede aquilana della dignità arcivescovile, pur mantenendola nell’immediata soggezione alla Santa Sede.
 
In ossequio alle nuove disposizioni del Concilio Vaticano II, con la lettera apostolica Cum cognitum (15 agosto 1972), papa Paolo VI elevò la sede arcivescovile dell’Aquila a sede metropolitana e insignì l’allora vescovo Costantino Stella del titolo di metropolita della nuova provincia ecclesiastica comprendente, oltre alla diocesi dell’Aquila, quelle suffraganee dei Marsi (con sede ad Avezzano) e di Valva e Sulmona.
 
Con il decreto Quo aptius del 21 giugno del 1976 emanato dalla Congregazione per i Vescovi, dopo la rettifica dei confini concordata con la diocesi di Rieti, l’arcidiocesi dell’Aquila ha subito un ultimo e definitivo riassetto territoriale: le 25 parrocchie che formavano l’antica diocesi di Cittaducale sono state accorpate alla diocesi di Rieti, mentre 21 parrocchie già reatine sono state assegnate alla diocesi dell’Aquila.
 
Nel 2006 la diocesi dell’Aquila ha celebrato la ricorrenza del 750° anniversario della sua fondazione.
 
La cattedrale, il palazzo arcivescovile e molte chiese dell’Aquila e dintorni hanno subito gravi danni a causa del terremoto dell’Aquila del 2009. Papa Benedetto XVI ha visitato l’arcidiocesi il 28 aprile 2009, recandosi, tra l’altro, a pregare sulle spoglie di Celestino V nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, danneggiata dal sisma.