II CATECHESI DI AVVENTO

09-12-2007


 



  1. Nel Vangelo di oggi (Mt. 3,1-12) è impressionante e quasi terrificante la conclusione. Vi si parla della Missione Giovanni Battista, della sua predicazione che spesso ha toni violenti. Giovanni Battista vede venire a ricevere il suo battesimo (un rito penitenziale) anche i farisei e i sadducei (semplificando al massimo potremmo dire i fondamentalisti e i benestanti materialisti di oggi) e ad essi rivolge parole di fuoco: ‘Razza di vipere!  Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno di conversione’. E Giovanni ricorda ai farisei e ai sadducei che non basta dirsi figli di Abramo. Bisogna vivere con la fede di Abramo. E poi conclude:’ Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di meè più forte di me ed io non sono degno di portagli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile’.

 



  1. Ecco, carissimi, fratelli e sorelle, vorrei richiamare la vostra attenzione soprattutto su queste ultime parole del Battista. E invitare me stesso e voi a chiederci: ‘Che ne sarà un giorno della mia vita? Quando il Signore giudicherà la mia vita raccoglierà del buon frumento nel suo granaio o brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile?’.

Domenica scorsa, abbiamo meditato sul giudizio finale e ci siamo fatti aiutare dall’enciclica sulla speranza di Papa Benedetto XVI, il quale ci ha spiegato che il giudizio finale non è un qualcosa di semplicemente spaventoso e terrificante, ma è un fortissimo invito alla vigilanza e, soprattutto, ad una grande responsabilità.