Pizzoli: restaurata l’antica Croce di S. Stefano

benedetta dal Nunzio Apostolico Antonini

Domenica 14 agosto una folla in festa ha accolto l'antica Croce di S. Stefano, patrono del Comune di Pizzoli, restaurata nel Laboratorio della Ditta Nicola Restauri di Aramengo (AT). Il restauro si è reso possibile grazie ad alcuni benefattori che hanno permesso che l'antica Croce tornasse in tutto il suo splendore. 

Il Nunzio Apostolico, Mons. Orlando Antonini, ha presieduto la celebrazione eucaristica concelebrata dal parroco, don Claudio Tracanna, durante la quale è stata benedetta ed esposta ai fedeli la Croce.

L'Arcivescovo Antonini durante si è complimentato con la comunità parrocchiale per il recupero del prezioso oggetto: “Un caro saluto al vostro Signor Parroco, il caro Don Claudio, un vivo grazie per avermi invitato a presiedere l’Eucarestia in questa suggestiva antica chiesa parrocchiale di S. Stefano al Monte, la quale nella sua coloristica bellezza, che un tempo ammantava tutte le superfici murarie e perfino le coperture lignee, intende riprodurre il mondo divino ed essere per tutti noi il cielo stesso, il paradiso, la Gerusalemme celeste presente in terra.L’occasione specialissima è data dal ritorno in paese della splendida antica croce processionale di S. Stefano, Patrono del Comune di Pizzoli, dopo l’accurato benemerito restauro effettuato grazie alla ben nota generosità di vari benefattori pizzolani”.

Mons. Antonini ha voluto concludere la toccante omelia con una invocazione al Patrono del Comune di Pizzoli, Stefano primo martire della cristianità:   

La croce processionale e S. Stefano primo martire cristiano: che messaggio attualissimo per noi oggi! Stiamo infatti sperimentando una nuova era di persecuzione. Papa Francesco ha detto che “esistono persecuzioni sanguinarie, come essere sbranati da belve per la gioia del pubblico sugli spalti o saltare in aria per una bomba all’uscita da Messa. E persecuzioni in guanti bianchi, ammantate “di cultura”, quelle che ti confinano in un angolo della società, che arrivano a toglierti il lavoro se non ti adegui a leggi che vanno contro Dio Creatore”. Così i credenti sono ridicolizzati per la loro fede cristiana e i loro principi circa la famiglia, la vita, la sessualità, ecc., e tacciati di oscurantismo, bigottismo e intolleranza dalla dittatura dominante del cosiddetto pensiero unico. 

S. Stefano, caro nostro Patrono, ti chiediamo che ci liberi, sì, dai mali materiali, dalle malattie, dalle ristrettezze economiche, dalla mancanza di lavoro, dalle paure, dall’indifferenza, dalla corruzione. Ma ti chiediamo anche e soprattutto di ricaricarci dei valori spirituali cristiani, affinché possiamo armarci delle forze morali necessarie a fronteggiare tutte le criticità esistenziali, i problemi sociali, il terrorismo dell’Isis, che ci sovrastano, ed a superarli.  Mentre tanti nostri fratelli in Medio Oriente, in Asia ed in Africa, ed ora anche in Europa, come Te stanno versando il sangue o emigrando dalle proprie terre pur di non rinnegare la fede in Cristo, qui Tu aiutaci a conservare la fede. E con la fede, a tornare ad osservare i comandamenti di Dio. Li conosciamo: Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio fuori che me; non nominare il nome di Dio invano; ricordati di santificare le feste; onora il padre e la madre; non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non dire falsa testimonianza; non desiderare la donna d’altri; non desiderare la roba d’altri. E il comandamento lasciatoci da Gesù: amatevi reciprocamente, come io vi ho amati, compreso chi ci fa del male – l’amore dei nemici, diceva Benedetto XVI, è il “nucleo della rivoluzione cristiana”.

In questo Anno della Misericordia, inoltre, pratichiamo le 14 opere di misericordia come ci chiede Papa Francesco. Le 7 di misericordia corporale: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti. E le 7 di misericordia spirituale:  consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti.

Carissimi, la nostra mèta è il Regno di Dio, che comincia qui e avà pieno compimento alla fine di questo mondo. Maria, Madre di Dio e nostra, ‘stella del mare’, ci acompagna nel nostro cammino verso il cielo. E Tu, o S. Stefano, aiutaci a ricostruirci spiritualmente ed a sanare le sporcizie o le fragilità della Chiesa o meglio di noi cristiani ed anche di noi sacerdoti, come denunciava papa Benedetto XVI. E ottienici la pace: non quella che dà il mondo, ma quella che dà Cristo, la pace con Dio e con il prossimo. Amen”.