Omelia per la Professione solenne di Suor Chiara

11-10-2009


1.      Carissima Suor Chiara Ilaria, è venuto il giorno che hai tanto atteso. È venuto il giorno del tuo dono totale a Gesù Cristo. È venuto il tuo giorno. È venuto questo giorno dopo la paura, il terrore, la disperazione (anche se di un istante), il sangue e la tragedia di quel sei aprile che’nessuno di noi vorrebbe ricordare. E neppure nominare.


 


2.      Nella bellissima breve lettera con cui hai accompagnato l’invito a questa celebrazione commovente e importante per te, per la Comunità delle Sorelle Povere di Santa Chiara in Paganica, mi hai raccontato qualcosa di molto profondo e di molto personale di quella notte così drammatica.


Permetti che io sveli a tutti almeno qualcosa di quelle tue confidenze: ‘La notte del terremoto mi sono sentita piccola e ho avuto paura di morire. Poi, saputa la portata del danno e avendo visto con i miei occhi il corpo della Madre e di tanti altri fratelli in quel capannone adibito ad obitorio, e non avendo risposte per chi mi chiedeva dov’era Dio, ho provato una forte sensazione di inutilità. Ciò che in quei momenti mi ha dato la forsa è stata la fede. Dentro di me un unico ritornello: la speranza non delude! Per giorni questa parola ha illuminato i miei passi fino alla notte di Pasqua in cui, ancora una volta, ho sperimentato che l’amore di Gesù Crocifisso è più forte della morte (‘). Ti scrivo queste frasi perché quella notte il Signore mi ha ridonato la vita e la vocazione’ (Suor Chiara Ilaria)…