“Quanti pani avete? Andate a vedere…”. Questo il tema della XLVIII giornata di preghiera per le Vocazioni. Per questa occasione la nostra diocesi sarà in preghiera sabato 14 maggio dalle ore 21, presso la chiesa delle Anime Sante.
Per questa occasione il direttore del giornale diocesano “Vola”, don Claudio Tracanna, ha pubblicato un articolo presso l’agenzia di stampa della CEI – Sir, dal titolo “Dare voce alla voce”, che riportiamo di seguito e in versione scaricabile.
“La capacità di coltivare le vocazioni è segno caratteristico della vitalità di una Chiesa locale”. Queste le parole con cui Benedetto XVI conclude il messaggio per la Giornata di preghiera per le vocazioni che si celebrerà domenica 15 maggio, sul tema “Proporre le vocazioni nella Chiesa locale”.
La Chiesa locale, dunque, ha l’enorme responsabilità di prendersi cura di coloro che si sentono chiamati ad una speciale consacrazione al Signore: “È importante incoraggiare e sostenere – scrive il Papa – coloro che mostrano chiari segni della chiamata alla vita sacerdotale e alla consacrazione religiosa, perché sentano il calore dell’intera comunità nel dire il loro ‘sì’ a Dio e alla Chiesa”.
Proprio sottolineando il ruolo fondamentale della testimonianza della Chiesa locale, il Papa si rivolge ai vescovi dicendo loro: “Il Signore ha bisogno della vostra collaborazione perché le sue chiamate possano raggiungere i cuori di chi ha scelto”.
Ma la Chiesa locale tutta è invitata da Benedetto XVI – sulla scia degli insegnamenti del Concilio Vaticano II – ad imparare l’arte di promuovere e curare le vocazioni trovando un “luminoso punto di riferimento nelle pagine del Vangelo in cui Gesù chiama i suoi discepoli a seguirlo e li educa con amore e premura”.
Pertanto il Papa si rivolge ai sacerdoti, alle famiglie, ai catechisti e agli animatori.
Ai sacerdoti raccomanda in particolare di offrire una bella testimonianza di comunione con il vescovo e con gli altri confratelli per garantire quell’humus necessario ai nuovi germogli di vocazioni sacerdotali.
Nelle famiglie – esorta il Pontefice – i figli possano trovare l’aiuto necessario per “accogliere con generosità la chiamata al sacerdozio e alla vita consacrata”.
I catechisti e gli animatori dei movimenti, infine, consapevoli della loro missione educativa, coltivino gli adolescenti loro affidati aiutandoli a scoprire la vocazione divina e a seguirla di buon grado.
Dopo aver esortato tutta la comunità ecclesiale, Benedetto XVI indica anche le modalità operative perché la Chiesa particolare possa essere il cuore di ogni vocazione al sacerdozio e alla vita religiosa.
Come per Gesù la preghiera è stata la premessa della scelta dei suoi più stretti collaboratori così sia anche per la Chiesa locale che vuole promuovere le vocazioni tra le parrocchie e la propria gente.
“Le vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita consacrata sono primariamente frutto di un costante contatto con il Dio vivente e di un’insistente preghiera che si eleva al ‘Padrone della messe’ sia nelle comunità parrocchiali, sia nelle famiglie cristiane, sia nei cenacoli vocazionali”.
Sicuramente anche oggi la sequela di Cristo è impegnativa e proprio per questo molto concretamente il Papa ricorda che bisogna “imparare a tenere lo sguardo su Gesù, a conoscerlo intimamente, ad ascoltarlo nella Parola e a incontrarlo nei Sacramenti”.
Certamente l’inquinamento acustico che caratterizza la nostra società, la rumorosità delle nostre città, delle nostre case, il volume degli auricolari con cui soprattutto gli adolescenti esorcizzano la paura del silenzio, può facilmente nascondere la voce di Dio.
Allora, il compito della Chiesa locale, con la testimonianza di una vita vissuta autenticamente e coerentemente con gli insegnamenti evangelici, consiste proprio nel far sì che la voce di Cristo che chiama ad una sequela totale sia ancora ascoltata dai vari candidati a lavorare nella messe che comunque il Signore continua a chiamare anche oggi.
Ogni Chiesa locale, allora, dovrà avere il coraggio di fare la proposta ad una vita di totale consacrazione al Signore: “‘Proporre le vocazioni nella Chiesa locale’, significa avere il coraggio di indicare, attraverso una pastorale vocazionale attenta e adeguata, questa via impegnativa della sequela di Cristo, che, in quanto ricca di senso, è capace di coinvolgere tutta la vita”.
La Chiesa locale, dunque, ha l’enorme responsabilità di prendersi cura di coloro che si sentono chiamati ad una speciale consacrazione al Signore: “È importante incoraggiare e sostenere – scrive il Papa – coloro che mostrano chiari segni della chiamata alla vita sacerdotale e alla consacrazione religiosa, perché sentano il calore dell’intera comunità nel dire il loro ‘sì’ a Dio e alla Chiesa”.
Proprio sottolineando il ruolo fondamentale della testimonianza della Chiesa locale, il Papa si rivolge ai vescovi dicendo loro: “Il Signore ha bisogno della vostra collaborazione perché le sue chiamate possano raggiungere i cuori di chi ha scelto”.
Ma la Chiesa locale tutta è invitata da Benedetto XVI – sulla scia degli insegnamenti del Concilio Vaticano II – ad imparare l’arte di promuovere e curare le vocazioni trovando un “luminoso punto di riferimento nelle pagine del Vangelo in cui Gesù chiama i suoi discepoli a seguirlo e li educa con amore e premura”.
Pertanto il Papa si rivolge ai sacerdoti, alle famiglie, ai catechisti e agli animatori.
Ai sacerdoti raccomanda in particolare di offrire una bella testimonianza di comunione con il vescovo e con gli altri confratelli per garantire quell’humus necessario ai nuovi germogli di vocazioni sacerdotali.
Nelle famiglie – esorta il Pontefice – i figli possano trovare l’aiuto necessario per “accogliere con generosità la chiamata al sacerdozio e alla vita consacrata”.
I catechisti e gli animatori dei movimenti, infine, consapevoli della loro missione educativa, coltivino gli adolescenti loro affidati aiutandoli a scoprire la vocazione divina e a seguirla di buon grado.
Dopo aver esortato tutta la comunità ecclesiale, Benedetto XVI indica anche le modalità operative perché la Chiesa particolare possa essere il cuore di ogni vocazione al sacerdozio e alla vita religiosa.
Come per Gesù la preghiera è stata la premessa della scelta dei suoi più stretti collaboratori così sia anche per la Chiesa locale che vuole promuovere le vocazioni tra le parrocchie e la propria gente.
“Le vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita consacrata sono primariamente frutto di un costante contatto con il Dio vivente e di un’insistente preghiera che si eleva al ‘Padrone della messe’ sia nelle comunità parrocchiali, sia nelle famiglie cristiane, sia nei cenacoli vocazionali”.
Sicuramente anche oggi la sequela di Cristo è impegnativa e proprio per questo molto concretamente il Papa ricorda che bisogna “imparare a tenere lo sguardo su Gesù, a conoscerlo intimamente, ad ascoltarlo nella Parola e a incontrarlo nei Sacramenti”.
Certamente l’inquinamento acustico che caratterizza la nostra società, la rumorosità delle nostre città, delle nostre case, il volume degli auricolari con cui soprattutto gli adolescenti esorcizzano la paura del silenzio, può facilmente nascondere la voce di Dio.
Allora, il compito della Chiesa locale, con la testimonianza di una vita vissuta autenticamente e coerentemente con gli insegnamenti evangelici, consiste proprio nel far sì che la voce di Cristo che chiama ad una sequela totale sia ancora ascoltata dai vari candidati a lavorare nella messe che comunque il Signore continua a chiamare anche oggi.
Ogni Chiesa locale, allora, dovrà avere il coraggio di fare la proposta ad una vita di totale consacrazione al Signore: “‘Proporre le vocazioni nella Chiesa locale’, significa avere il coraggio di indicare, attraverso una pastorale vocazionale attenta e adeguata, questa via impegnativa della sequela di Cristo, che, in quanto ricca di senso, è capace di coinvolgere tutta la vita”.