Mercoledì 21 dicembre, alle ore 16:30, presso la chiesa di Santa Maria del Suffragio (L’Aquila, Piazza Duomo), è stato presentato il restauro della tela raffigurante la Madonna della Purità, preziosa opera seicentesca di soggetto mariano, custodita – fino al sisma del 6 aprile 2009 – in Episcopio.
L’edificio – come noto – è stato duramente colpito dal terremoto: i beni storico-artistici in esso contenuti, dei quali era in previsione la musealizzazione, sono stati recuperati grazie all’ausilio dei vigili del fuoco, attraverso mezzi speciali.
Il dipinto in questione era conservato nella piccola cappella arcivescovile, purtroppo interessata da parziali crolli: il quadro è stato dunque ritrovato ampiamente lacerato, con pesanti perdite della superficie pittorica.
Il suo restauro, per tale ragione, ha presentato non poche difficoltà, risolte attraverso scelte metodologiche dal carattere innovativo.
Un’opera dal così forte valore devozionale, oggetto di un culto originariamente diffuso in ambito teatino, sarebbe stata snaturata da una presentazione formale che ne avesse lasciato in evidenza tutte le lacune, specialmente quelle che interessano le parti più qualificanti della figurazione, come il dolce volto della Vergine.
Il lavoro di restauro, sponsorizzato dall’iniziativa “Adotta un’opera d’arte”, è stato eseguito dalla restauratrice Susanna Segarelli, sotto la guida di Giovanna Di Matteo, Responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Curia Arcivescovile dell’Aquila, e ha inteso recuperare il più possibile l’originaria integrità della composizione, scegliendo tecniche di risarcitura cromatica che – pur garantendo riconoscibilità e reversibilità, principi cardine del moderno restauro – assicurassero la ricostituzione di un’immagine pienamente godibile.
Sulla base delle tracce pur minime di colore ancora presenti nelle parti lacunose, e tenendo come guida la documentazione fotografica precedente il danneggiamento, il processo di integrazione pittorica è stato portato avanti sino a restituire pienamente all’opera i suoi valori estetici e cultuali, pur lasciando distinguibili – ad un’analisi ravvicinata della superficie pittorica – le zone risarcite.
La conferenza che ha presentato il restauro, moderata da Gianluigi Simone, è stata aperta da un saluto di S. E. Mons. Giuseppe Molinari, e ha visto partecipare la Soprintendente B.S.A.E. per l’Abruzzo, Lucia Arbace, con una relazione storico-artistica sull’opera; Paolo Giuliani, che ha ripercorso le tappe d’ingresso in città di questo importante culto mariano; Giovanna di Matteo e Susanna Segarelli, che hanno esposto i principi teorici e tecnici che hanno informato ogni fase dell’intervento.
Ha tracciato le conclusioni finali Fabrizio Magani, Direttore Generale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo.
L’edificio – come noto – è stato duramente colpito dal terremoto: i beni storico-artistici in esso contenuti, dei quali era in previsione la musealizzazione, sono stati recuperati grazie all’ausilio dei vigili del fuoco, attraverso mezzi speciali.
Il dipinto in questione era conservato nella piccola cappella arcivescovile, purtroppo interessata da parziali crolli: il quadro è stato dunque ritrovato ampiamente lacerato, con pesanti perdite della superficie pittorica.
Il suo restauro, per tale ragione, ha presentato non poche difficoltà, risolte attraverso scelte metodologiche dal carattere innovativo.
Un’opera dal così forte valore devozionale, oggetto di un culto originariamente diffuso in ambito teatino, sarebbe stata snaturata da una presentazione formale che ne avesse lasciato in evidenza tutte le lacune, specialmente quelle che interessano le parti più qualificanti della figurazione, come il dolce volto della Vergine.
Il lavoro di restauro, sponsorizzato dall’iniziativa “Adotta un’opera d’arte”, è stato eseguito dalla restauratrice Susanna Segarelli, sotto la guida di Giovanna Di Matteo, Responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Curia Arcivescovile dell’Aquila, e ha inteso recuperare il più possibile l’originaria integrità della composizione, scegliendo tecniche di risarcitura cromatica che – pur garantendo riconoscibilità e reversibilità, principi cardine del moderno restauro – assicurassero la ricostituzione di un’immagine pienamente godibile.
Sulla base delle tracce pur minime di colore ancora presenti nelle parti lacunose, e tenendo come guida la documentazione fotografica precedente il danneggiamento, il processo di integrazione pittorica è stato portato avanti sino a restituire pienamente all’opera i suoi valori estetici e cultuali, pur lasciando distinguibili – ad un’analisi ravvicinata della superficie pittorica – le zone risarcite.
La conferenza che ha presentato il restauro, moderata da Gianluigi Simone, è stata aperta da un saluto di S. E. Mons. Giuseppe Molinari, e ha visto partecipare la Soprintendente B.S.A.E. per l’Abruzzo, Lucia Arbace, con una relazione storico-artistica sull’opera; Paolo Giuliani, che ha ripercorso le tappe d’ingresso in città di questo importante culto mariano; Giovanna di Matteo e Susanna Segarelli, che hanno esposto i principi teorici e tecnici che hanno informato ogni fase dell’intervento.
Ha tracciato le conclusioni finali Fabrizio Magani, Direttore Generale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo.