Nessun abbandono per don Josè

aiutato dall''arcivescovo Petrocchi e da tutta la Curia

Tolleranza zero per qualsivoglia episodio di razzismo non solo dei confronti dei sacerdoti aquilani ma  di qualsiasi cittadino straniero. E’ questa la posizione espressa dal Vescovo Ausiliare mons. Giovanni D’Ercole in relazione agli insulti razzisti contro il parroco di Assergi don Josè Obama oggi riportati da alcuni mezzi di informazione.  Insulti a aggravati dal riferimento alle vittime di Lampedusa per cui papa Francesco a nome di tutta la Chiesa aveva fatto risuonare con vigore il suo grido: “Vergogna”.
Mons. D’Ercole, non oggi che l’episodio è noto a tutti, ma il giorno stesso della lite si è recato ad Assergi esprimendo netta condanna  per gli insulti rivolti a don Obama e si è prodigato per calmare gli animi di tutti i coinvolti.
Dunque il caso Assergi, come tutte le questioni riguardanti i sacerdoti e le comunità parrocchiali, è tenuto in gran considerazione dall’arcivescovo Giuseppe Petrocchi che ha delegato  il Vicario generale dell’arcidiocesi per affrontare i vari problemi legati alla gestione della suddetta parrocchia.
Proprio nella mattinata di ieri, infatti, mons. D’Ercole aveva accompagnato personalmente don Obama presso una banca cittadina e aveva provveduto, nonostante le note difficoltà di bilancio della Curia, a saldare una bolletta Enel di  3880,00 €  sollevando don Obama e la parrocchia di Assergi da un gravoso debito.
Inoltre, al termine della mattinata il sacerdote è stato invitato a condividere il pranzo con l’arcivescovo e l’Ausiliare per discutere la modalità per risolvere  alcune questioni ancora aperte prima della partenza di don Obama per l’Africa. Trasferimento richiesto dal sacerdote stesso e non dall’arcivescovo come invece è stato riportato oggi sulla stampa locale.
Dunque don Josè Obama non è stato affatto abbandonato ed è stato aiutato anche oltre le possibilità che attualmente l’arcidiocesi dispone. E l’arcivescovo continuerà ad essere vicino alla parrocchia di Assergi come  alle altre comunità parrocchiali che non vivono giorni felici a causa dei danni del terremoto e che stanno tentando di trovare risorse al proprio interno per andare avanti nonostante le difficoltà.