Al termine della processione del Cristo morto l’Arcivescovo ha pronunciato queste parole: “Abbiamo camminato in processione in mezzo alle rovine della nostra città portando dentro pensieri e speranze. Siamo gente ancora sconvolta dal terremoto. Abbiamo davanti a noi il ricordo dei nostri cari ma anche gli immani problemi della ricostruzione. Ora vi dico: rimproveratemi e fatemi tacere se vi parlo di altro e non di Gesù Cristo morto e risorto. Io non sono stato mandato a voi per parlarvi di macerie, ma per incontrare e dialogare con voi pietre vive della Chiesa. Devo parlare della fede che ci unisce, di quel sepolcro che dopo tre giorni si apre e si svuota. Materialismo e indifferenza cominciano a pervadere anche il nostro popolo. Ma, e spero di non sbagliare unaltra volta, sulla fiaccolata senza croci dico che noi Chiesa aquilana non siamo preoccupati di questo. Nessuno devesserlo. Ogni aquilano la croce la porta nel cuore. Non serve ostentarla. Il nostro essere cristiani dipende da come viviamo quella croce. Da come vivremo noi questenorme croce che il terremoto ha piantato qui”.