Ha sorpreso anche me la nomina a vescovo di Ascoli Piceno. Avevo sentito tante ipotesi, ma alla fine, come capita spesso, Iddio disegna la sua storia non condizionato dai progetti e dalle previsioni umane. Ringrazio papa Francesco per la fiducia che ha voluto accordarmi dopo le tante difficoltà incontrate nel percorso aquilano.
In questo momento di gioia, e anche di giusta trepidazione per il compito che mi attende, il pensiero va all’Arcivescovo Giuseppe Petrocchi con il quale ho condiviso come fratello questi mesi di sua permanenza aquilana. Gli sono stato vicino e ho sperimentato la sua amicizia sincera e schietta. Un ringraziamento rivolgo anche all’Arcivescovo Giuseppe Molinari con il quale ho trascorso anni di impegno pastorale ma anche di fatica dovuta alle tristi conseguenze del sisma del 6 aprile 2009. Un saluto ai sacerdoti, che ho cercato di amare come fratello e padre nella fede. Saluto i seminaristi, i diaconi permanenti, i religiosi e le religiose con un ricordo speciale per le comunità contemplative. Un abbraccio sincero ai bambini e ai giovani, alle famiglie, ai disabili e ai volontari, agli ammalati, ai carcerati, ai lavoratori e ai tanti in cerca di occupazione, ai fedeli di altre confessioni cristiane e di altre religioni, e a tutti gli uomini e le donne che ho incontrato fuori dei contesti tipicamente ecclesiali, e con i quali mi sono sforzato di tessere relazioni di rispetto e simpatia. Non posso non menzionare anche i rappresentanti delle istituzioni civili e militari, i responsabili di ogni istituzione con cui ho intrattenuto rapporti di stima e di sincera collaborazione, con i giornalisti e gli operatori della comunicazione nelle loro diverse testate. Di tutti e ciascuno conservo viva memoria; a tutti e ciascuno assicuro la mia preghiera.
Si chiude l’esperienza aquilana, ma non termina l’amicizia che è stata stretta in questi anni. Ci si incontra per caso, ma non è mai solamente un caso. Sono certo che quanto è nato di positivo in questi quattro anni e mezzo fermenterà nel bene e chiedo a tutti di scusarmi se non sempre sono riuscito a rispondere alle richieste e se non sono stato all'altezza delle speranze che forse si nutriva con la mia venuta. Confesso tuttavia con semplicità di aver cercato di fare il possibile con tutto l'impegno della mia intelligenza e del mio cuore. Da parte mia posso affermare che anche le esperienze umanamente più incomprensibili, come quella del processo che mi ha visto indagato e sottoposto a giudizio per un reato di fatto inesistente – come la stessa procura generale della corte d'appello ha riconosciuto – costituiscono un arricchimento umano e spirituale. Ritengo tutto una grazia di Dio che aiuta a maturare umanamente e spiritualmente. Vado via abbracciando tutti con la speranza che il ponte ideale tra le due diocesi di l’Aquila e Ascoli Piceno, grazie anche al fatto che è di Ascoli l’Arcivescovo Petrocchi, favorisca l’incontro e la nostra reciproca collaborazione.
Colgo infine l’occasione per comunicare che intendo prendere congedo da tutti nel modo più semplice: avrò così la gioia di salutare i sacerdoti nella Messa Crismale del Giovedì Santo, 17 aprile p.v., mentre avrei intenzione di salutare la città nelle sue varie espressioni, il giorno dopo 18 aprile, il venerdì santo, al termine della solenne e commovente processione del Cristo morto. Infine, a Dio piacendo, chiuderò la mia permanenza aquilana il 1° maggio con la via mariana alle ore 15.30 e la santa messa alle 17.30 vicino al santuario della Madonna di Roio, per il quale ho fatto di tutto perché si avviassero i lavori di recupero. Sono felice che l'inizio della sua ricostruzione coincida con la mia partenza ed è mio desiderio affidare a Maria l'arcidiocesi aquilana e la diocesi di Ascoli. A tutti nuovamente un abbraccio e un arrivederci di tutto cuore.
L'Aquila 12 aprile 2014
+ Giovanni D'Ercole
Vescovo eletto di Ascoli Piceno