Appello ai sacerdoti

lettera di mons. Giovanni D''Ercole

“Nel canone della Messa occorre menzionare solo il vescovo Giuseppe, oppure si può aggiungere l’ausiliare Giovanni o addirittura dire i nostri vescovi Giuseppe e Giovanni?” In effetti alcuni fanno in un modo e altri diversamente. Per quella utile uniformità da tutti auspicata rispondo volentieri a questo quesito postomi da più di qualcuno, cogliendo l’occasione per qualche utile considerazione. Innanzitutto è da evitare assolutamente la formula “i nostri vescovi Giuseppe e Giovanni” perché è uno solo il Pastore della diocesi, l’Arcivescovo, ed io sono soltanto il suo ausiliare. Diversamente si viene a ingenerare quella confusione che talora rimbalza anche nei mezzi di informazione.
Il nostro presbiterio ha tanto bisogno di unità per superare le difficoltà e i contrasti che rimbalzano purtroppo con dovizia di particolari in alcuni organi di stampa non offrendo di certo un’immagine esemplare del ministero sacerdotale che siamo chiamati a svolgere. Ancor più preoccupante quando si tende a insinuare persino una divisione tra i Pastori ipotizzando l’esistenza di due partiti che a nessuno giova. Personalmente avverto il bisogno di tanta unità e comunione tra noi sacerdoti perché se sono comprensibili critiche e attacchi dall’esterno – talora motivo di ulteriore conversione e purificazione – , mi sembra del tutto inaccettabile che partano dal di dentro quando sarebbe molto più evangelico confrontarsi e insieme ricercare la verità nella carità. La scorsa settimana, trovandomi a Gerusalemme nel Cenacolo, ho meditato sulla preghiera di Gesù dopo l’Ultima Cena (Gv 17). Tra l’altro così Gesù si è rivolto al Padre: “Non prego solo per costoro (gli apostoli), ma anche per coloro che crederanno in me mediante la loro parola; perché tutti siano uno come tu, Padre, in me e io in te, affinché siano anch’essi in noi, in modo che il mondo creda che tu mi hai mandato”(Gv 17,20-21). Solo se restiamo consapevoli di questa consegna divina ricercando l’unità, facendo ognuno i passi necessari per costruirla nella verità, potremo svolgere bene la missione che Gesù ci ha lasciato e mi sembra al riguardo che in questa fase delicata della vita della diocesi ci sia bisogno di un supplemento di sforzo da parte di tutti. Ora per dare visibilmente corpo a questo nostro impegno io chiedo a tutti di unirci in ogni celebrazione eucaristica nel chiedere al Signore il dono prezioso della comunione convertendo i cuori, lasciando il passato nelle sue mani e costruendo oggi quella perfezione nell’unità che dia modo al mondo di riconoscere che il Padre ha mandato Gesù e ci ha amati come ha amato Lui (cf Gv 17,23). E proprio per significare questo indispensabile anelito di unità chiedo a tutti i sacerdoti di pronunciare nel Canone soltanto il nome dell’Arcivescovo non aggiungendo quello dell’ausiliare, volendo così esprimere visibilmente nel pronunciare insieme il suo nome, il nostro impegno a ricercare sempre e comunque la comunione del presbiterio attorno al suo unico Pastore, indispensabile premessa per rendere credibile l’annuncio di speranza che il Signore ci chiama ad offrire alla nostra gente che risente ancora pesantemente le ferite del terremoto. Vi ringrazio, cari sacerdoti, per l’accoglienza che vorrete avere di questa mia richiesta.
 
+ Giovanni D’Ercole
Vescovo Ausiliare e Vicario Generale