Un evento da non dimenticare

60 anni fa Tedeschini incoronava la Madonna del Popolo Aquilano

Ricorre l’8 ottobre prossimo il sessantesimo anniversario dell’incoronazione, per mano del Cardinale Tedeschini, della prodigiosa immagine della Madonna del Popolo Aquilano, pervenuta in città nel post-sisma del 1703.     
Dopo il crollo della Chiesa santuario di San Marco il 6 aprile 2009, la tela è stata, come è noto, restaurata per la congiunta operazione di illuminati cittadini aquilani, che hanno generosamente risposto all’iniziativa, per la raccolta dei fondi, promossa dalla ONE GROUP edizioni di Francesca Pompa e Duilio Chilante e dal giornalista scrittore Angelo De Nicola. Un’encomiabile iniziativa che si concluse nella chiesa delle Anime Sante il 18 giugno scorso, con una solenne Eucaristia presieduta dall’arcivescovo Molinari, il quale rivolse un’ispirata commovente preghiera davanti alla sacra immagine restaurata della Madonna degli aquilani, esposta, purtroppo solo per quella occasione, allo sguardo devoto del pubblico, che amerebbe invece quanto prima (non oltre la sua festività del 20 novembre) rivenerarla con continuità in qualcuna delle chiese agibili della Città.
Questa Madonna restaurata è infatti ancor più che un simbolo civico per un popolo che attende la sua ricostruzione sociale e spirituale. Inoltre la ripresa solenne della devozione verso questa cara effigie è naturalmente richiesta per la felice occasione della ricorrenza della sua incoronazione, che qui vogliamo sottolineare, riferendo il decreto del Capitolo Vaticano con cui, nell’anno giubilare 1950, si concesse il particolare privilegio alla nostra Madonna.
 L’intestatario del documento è il vescovo di Teramo, che, dopo il trasferimento a nuovi incarichi di mons. Carlo Confalonieri, reggeva ad interim laCattedraarcivescovile aquilana,tre mesi primadell’insediamento del nuovo presule Costantino Stella.
«Federico Tedeschini, del titolo di S. Maria della Vittoria, Cardinale Prete della Santa Romana Chiesa, Arciprete della Sacrosanta Patriarcale Basilica del Principe degli Apostoli in Roma, Prefetto della S. Congregazione della Rev.da Fabbrica.
All’Ecc.mo e Rev.mo Mons. Vincenzo Gremigni, Vescovo di Teramo e Atri, Amministratore Apostolico della Chiesa Aquilana, salute nel Signore!
Dalla lettera, che da poco hai curato di mandare al nostro Capitolo Vaticano, il quale ha da tempo remoto il privilegio di incoronare le Immagini insigni, o Eccellentissimo Monsignore, abbiamo appreso che in cotesta illustre Archidiocesi Aquilana, presso la chiesa di S. Marco, vi è una vetusta Immagine della Beatissima Vergine, che si venera con antica e particolare devozione, sotto il titolo di Madonna del Popolo Aquilano, ai cui piedi i fedeli dell’Aquila da tempo sono soliti accorrere sia per implorare aiuto, sia, esauditi, per ringraziare dei benefici ricevuti.
Molti prodigi e favori elargì al popolo cotesta Immagine, che riferiscono donata da un certo Antonio da Trivigliano nel 1723 e venerata con particolare devozione, che fu arricchita di innumerevoli Indulgenze dai Romani Pontefici e diede il nome alla Confraternita del SS.mo Nome di Maria, alla quale fu ascritto lo stesso imperatore Carlo VI con la consorte e le figlie.
Perciò gli Aquilani, ricorrendo l’anno 1950, chiedono ardentemente che detta Immagine, che invocano Regina, Salvezza del Popolo Aquilano, possa essere incoronata con corona d’oro.
L’ufficio poi di compiere l’incoronazione con maggiore solennità lo ha riservato a Sé il Nostro Arciprete Card. Tedeschini sia per la particolare venerazione verso cotesta veneranda Immagine, sia per il suo amore verso la terra natale, sia anche per desiderio di tutti i cittadini dell’Aquila.
Dato a Roma, dalla Città del Vaticano, il 30 giugno, nell’anno 1950, dodicesimo del Pontificato del SS.mo Sig. Nostro Pio Papa XII.
F.to:  Can. Ferdinando Prosperini, AttuarloTomaso Morelli, procancelliere».
 (Traduzione dall’originale latino del cappuccino P. Paolino da Bagno).
 
                                                                                                                                                                        di Fulvio Giustizia, Storico