L’Assalto alla curia dell’Aquila

La Curia dell’Aquila è al centro della bufera per la storia di Traversi e Cavaliere, presunti responsabili di tentata truffa. I due avevano convinto monsignor Molinari e monsignor D’Ercole a costituire una Fondazione onlus per meglio gestire i fondi del terremoto. La proposta era sembrata buona a parecchia e stimata gente, che aveva aderito, salvo poi ritirarsi per tempo al primo puzzo di bruciato. I due protagonisti della vicenda avevano ingannato innanzittutto i loro vicini, nascondendosi dietro il paravento di una Curia forse ingenua, forse malconsigliata. Circostanza candidamente ammessa da monsignor D’Ercole sui giornali abruzzesi.Io conosco Molinari e conosco D’Ercole, e mi sento di spezzare una lancia sulla loro estraneità a qualsiasi idea di maneggio. Perché siano caduti nella “trappola” non è difficile capire. La Curia dell’Aquila è il maggiore proprietario immobiliare della città terremotata, con circa un terzo dei palazzi del centro storico, oltre a chiese, canoniche e luoghi vari per un nunero che sfiora il migliaio di immobili. La Curia è stata la prima istituzione a mettere a punto un piano per la ricostruzione, aspirando al legittimo diritto del finanziamento per la ricostruzione. Pensava che la Fondazione con manager vicini a uomini di governo, potesse accelerare i percorsi, visto lo stallo delle pubbliche istituzioni regionali.Questo a me pare un quadro veritiero, al netto dei furboni che si sono intrufolati nella vicenda. Vedo però che la storia ha stimolato mai sopiti spiriti laicisti, che predicano ai vescovi di occuparsi di anime e non di ricostruzione. Nel migliore dei casi, trattasi di ingenuità benevole; nel peggiore, trattasi di consigli interessati. Quei beni sono legittimamente della Curia, che ha il diritto di ricostruirli come qualsiasi altro cittadino danneggiato dal terremoto. O vogliamo spoliare la Curia dei suoi beni?Ai vescovi si può e si deve raccomandare di guardarsi dalle cattive compagnie, per non fare la figura del Pinocchio fra il gatto e la volpe. Ma l’assalto alla Curia no, questo fa il pari con le manovre dei due indagati agli arresti. C’è gran differenza fra dolo e leggerezza. Chi non distingue non rende un servizio alla città dell’Aquila.   Di Antonio Del Giudice (www.quotidianodabruzzo.it)