L’omelia del Card. Petrocchi per le esequie del piccolo Tommaso, morto nella scuola materna di Pile

La morte di un bambino ha il potere di provocare una immediata e generale “mobilitazione di cuori”, che si uniscono e diventano un “solo cuore”, che palpita con la stessa “frequenza d’anima”. Basta tenere la mano al polso della Città per accorgersi che, su questa triste notizia, si è registrata la stessa pulsazione di idee e di emozioni.

È il miracolo suscitato dal dolore innocente. S’accende la “com-mozione”, che – come dice l’etimologia della parola – esprime il “muoversi insieme”, con un passo interiore cadenzato da perfetta sincronia.

Ho scritto che «ogni bambino è “patrimonio sacro” dell’intera umanità: appartiene a tutte le persone degne di questo nome». Per questo l’Aquila piange, non con lacrime cupe e disperate, ma con lacrime “condensate” da un dolore immenso: attraversato, però, dalla fede nel Vangelo della Vita. 

La nostra Gente, che ben conosce il dolore, è stretta intorno a mamma Alessia e a papà Patrizio: sa “com-patire” con loro, facendo vibrare le corde di un affetto convinto, partecipe e tenace.

La Città oggi è tutta qui: e proprio tu, piccolo Tommaso, sei anche il Centro dei sentimenti – “forti e gentili” – dell’intera Comunità abruzzese: ecclesiale e civile…

 

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