Mi sa che l’asino non era blu!

don Tarantino riflette sulla Perdonanza

Non so dire se la contestazione, nel corso del corteo della perdonanza, messa in atto dal popolo delle carriole, sia stata fuori luogo, come molti hanno detto. Ognuno ha diritto di contestare e lo fa proprio nei momenti in cui questa può essere sentita forte, può essere notata. Quello che secondo me emerge è lo stacco, ormai profondo, tra il popolo e la classe politica, locale e nazionale. Una classe politica chiusa sempre più in una utoreferenzialità, incapace di ascoltare il grido del povero. Una classe politica lontana dai reali bisogni e sentimenti della gente, che pensa di risolvere i problemi aumentando a dismisura decreti e decretini, nominando ulteriori commissari e vicecommissari, in una macchina burocratica ormai in panne, incapace di risposte vere, concrete, possibili. Molti hanno detto: “non oggi, non durante la pardonanza”. Perché? Ogni giorno ci sono motivi per rimandare il grido del povero. Lo fanno anche gli apostoli, cercando di mettere al riparo Gesù da tutti gli urlatori inopportuni. Lui però mai ha detto: “Non oggi, non qui”. Lui ha ascoltato ogni grido, a tutti ha dato una risposta, con Gesù il grido di dolore diventava inno di speranza. “Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto” lo rimprovera la sorella di Lazzaro, Lui legge, in questo sfogo, il desiderio di vita e di bene e risponde e risuscita. Noi invece soffochiamo, mettiamo a tacere, usiamo lo forze dell’ordine affinché nulla possa turbare lo svolgimento di un programma bell’è fatto. Nell’editoriale di un locale tg si metteva in evidenza come coloro che avevano manifestato, rivendicando per la Perdonanza, poi non si erano visti in basilica, per vivere pienamante ed in verità l’essenza della festa. Vorrei chiedere quanti di quelli che hanno sfilato nel corteo storico, quanti politici ed amministratori, quanti rappresentanti della cosa pubblica, sempre in prima fila nel palco delle autorità, hanno poi messo piede in basilica ed hanno vissuto in verità quello che avevano folkloristicamente annunciato nel corteo? Ma mi rendo conto che così facendo mettiamo dei poveri peccatori contro altri poveri peccatori. Lasciamo a Dio il giudizio su chi ha attraversato quella porta con tutto il proprio cuore e su chi invece l’ha attraversata per puro dovere istituzionale. … Ma ciò che più mi ha fatto male è una notizia che nessun giornale riporterà mai, e che io ho saputo tramite la testimonianza di un volontario presente alla scena. Il rifiuto, da parte della scorta di un politico presente alla manifestazione, di far posto al passaggio di un ambulanza impegnata in una operazione di soccorso. Ecco purtroppo che prende corpo la mia domanda retorica, fatta alcuni giorni in un altro post di questo blog: “Ma l’asino di Celestino V era blu?”. Forse no visto che anche quest’anno la sua presenza non ha avuto una corsia preferenziale ma è servita da corteo ai presunti grandi del nostro tempo. E pensare che proprio il vangelo di oggi ci raccomandava di cambiare la priorità alle nostre importanze. La porta santa di Collemaggio è stata chiusa, ora sì, posso augurare a tutti gli amici del blog: Buona Perdonanza a tutti, perchè ora inizia la possibilità di vivere quella novità di vita che san Pietro Celestino ha voluto donare ad ogni uomo, anche ad un solo uomo.