Morto a 84 anni Tinari, già presidente dell’AC diocesana

Il Cardinale Arcivescovo si unisce al dolore dell’Azione Cattolica diocesana per la perdita del dott. Francesco Tinari, già presidente dell’AC diocesana e impegnato in vari settori del laicato cattolico.

Domenica 3 gennaio alle ore 17,20 presso la Chiesa di San Pio X al Torrione l’Azione Cattolica invita tutti a recitare il S. Rosario in suffragio di Francesco Tinari.

Questo il ricordo della presidente diocesana AC Alessandra Antonacci:

“Una presenza discreta, una fede incrollabile, la capacità di avere cura delle persone, la passione associativa. Questo hanno scritto del nostro amico Francesco Tinari, una delle figure piu belle dell’Azione Cattolica della regione Abruzzo Molise, la piu’ significativa e rappresentativa dell’Azione Cattolica Diocesana. Un uomo seriamente impegnato con la sua famiglia, nell’Azione Cattolica, nella Caritas diocesana e in tanti altri contesti ecclesiali aquilani. Con il cuore colmo di tristezza per la sua scomparsa, ringraziamo Dio per averci donato un così autentico testimone del Vangelo.  A nome dell’Azione Cattolica Diocesana e personalmente dico “grazie Francesco” per la tua testimonianza di vita…resterai sempre nei nostri cuori.”

Anche l’Azione Cattolica regionale Abruzzese-Molisana ha voluto ricordare il dott. Tinari:

“ARRIVEDERCI FRANCESCO

Oggi l’AC regionale ha perso una delle sue figure più belle… Il caro Francesco Tinari, già Presidente diocesano dell’A.C. di L’Aquila. Il suo servizio è stato sempre accompagnato dal sorriso e dalla capacità di avere cura delle persone. Aveva una grande passione associativa, che abbiamo imparato a conoscere soprattutto nei mesi successivi al terremoto dell’Aquila, periodo in cui ha continuato ad essere autentico testimone di fede. Lo ricordiamo attraverso una delle sue ultime riflessioni in occasione della festa dell’adesione di quest’anno:

“Carissimi, la tradizionale festa dell’Adesione mi ha portato a ripensare alcune affermazioni della Gerarchia sull’ Azione cattolica. Tralasciando i documenti ufficiali e in particolare quelli conciliari, mi limito a due affermazioni l’ una di Paolo VI e l’ altra di Giovanni Paolo II, implicitamente riprese da Benedetto XVI sul piano dottrinale e da papa Francesco sul piano pastorale in vista della missione della Chiesa. Paolo VI ebbe ad affermare che l’ AC è “la via maestra” per professare (a questo punto non ricordo le parole precise) la propria adesione a Cristo e alla Chiesa”. Giovanni Paolo II a sua volta ebbe a dire: “Aderire all’ AC vuol dire voler vivere fino in fondo la propria appartenenza a Cristo e alla Chiesa”. Affermazioni che ritengo conservino tutta la loro verità e validità, naturalmente considerate con riferimento all’attuale contesto ecclesiale caratterizzato da una vasta fioritura di aggregazioni laicali frutto della esplosione postconciliare dello Spirito, al fine di far fronte alle sfide missionarie, oltre che alle nuove e diversificate esigenze spirituali e formative dei battezzati. Del resto, per dirla con Bachelet, l’AC non rivendica nessuna primogenitura se non quella del servizio alla Chiesa a beneficio della sua missione… Un plauso quindi all’attuale Presidenza nazionale impegnata, sulla linea di papa Francesco, con molte iniziative, da ultimo con l’ aggiornamento del progetto formativo al passo con i cambiamenti sociali, culturali… sottolineando ( così il presidente Truffelli) l’aspetto della comunione e della corresponsabilità che ” non può non passare attraverso un’autentica sinodalita’ di cui l’AC è autentica palestra”.

Alla sua famiglia e all’AC di L’Aquila, l’abbraccio di tutta l’AC dell’Abruzzo – Molise”