Il Cardinale De Aviz: “La costruzione dell’uomo e della donna interiori è un processo adesso più che mai necessario”

Care sorelle e cari fratelli,
quest’anno, per la prima volta, ho la gioia di partecipare con voi della Perdonanza Celestiniana con cui siete stati aggraziati da più di settecento anni per bontà di Dio nostro Padre e del Santo eremita Papa Celestino V, la cui lunga vita di santità e il cui brevissimo pontificato vi ha lasciato in eredità uno dei più grandi doni spirituali: un segno tangibile della grandezza della misericordia di Dio. Saluto con affetto il Cardinale Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo di L’Aquila e mio caro amico dai tempi degli studi teologici come seminarista a Roma. Con lui condivido non solo l’amicizia, ma anche un cammino spirituale di ricerca di Dio e di conversione del cuore. Ringrazio a voi fratelli e sorelle della Chiesa e della Comunità Civile di L’Aquila che mi avete invitato attraverso il Cardinale Petrocchi, la Municipalità e il Comitato Perdonanza Celestiniana. Saluto tutti voi Aquilani e pellegrini che siete venuti per la commemorazione di questo momento solenne della storia di L’Aquila, segno della benedizione costante di Dio misericordioso in mezzo a voi.
Seguendo i passi di San Pietro Celestino che in questa Basilica di Santa Maria di Collemaggio è stato incoronato Papa e dove riposa il suo corpo, abbiamo accolto la Parola di Dio donataci dal Profeta Isaia, dall’Apostolo Paolo e dallo stesso Gesù nel Vangelo.
E’ questa la Parola-Verità che ha guidato i passi dell’eremita, del monaco e del Papa San Pietro Celestino. Nella solitudine dell’eremo ha cercato il volto di Dio. Nella sapienza della regola benedettina e della convivenza nella comunità, nel cenobio, con i suoi discepoli, ha esperimentato la vera fraternità e l’accoglienza ai poveri. Nell’ appassionato amore alla Chiesa ha obbedito alla chiamata ad essere Papa, senza lasciare mai la sua umiltà.
E’ questa la Parola-Verità che guida oggi la Chiesa in questo suo momento difficile della storia che ci chiede nuova conversione del cuore.
E’ questa la Parola-Verità che, accolta e vissuta da noi, produce frutti di vita, di speranza e anche di molta pace in mezzo alle immancabili difficoltà di ogni giorno. Queste difficoltà voi le conoscete in modo molto profondo.

Sei secoli prima di Cristo, nel periodo del ritorno del popolo di Israele dall’esilio in Babilonia, li scritti del profeta Isaia chiamano il popolo di Dio alla conversione del cuore davanti alle nuove situazioni storiche in cui tutto era da ricostruire, in modo particolare la fiducia nella fedeltà del Signore che, anche in quel momento di difficoltà, continuava ad essere con il popolo a cui era legato da un patto di amore e di salvezza.
Per questo il profeta chiamava il popolo non tanto a digiuni e a mortificazioni ma a ricomporre le relazioni di fraternità che sono state rotte tra le persone: rimandare liberi gli oppressi, dividere il pane con l’affamato, introdurre in casa i miseri, senza tetto, vestire uno che tu vedi nudo. Questa è la medicina che guarisce cfr. Is 58, 1-9). Questi sono i veri segni del ritorno sincero a Dio perché Lui ama i poveri e usa sempre di misericordia.
Penso che la Perdonanza qui a L’Aquila e la misericordia di Dio su tutti noi uomini e donne in tutto il mondo ci chiamano, in questo nostro tempo, a ricomporre le ferite di una mancanza di vera fratellanza incluso dentro molti ambienti della Chiesa.

La costruzione dell’uomo e della donna interiori è un processo adesso più che mai necessario. San Pietro Celestino ci assicura con la sua testimonianza che questo non è un sogno impossibile ma una meta ad essere raggiunta con un nuovo sguardo ai fratelli e sorelle che camminano nella vita accanto a noi e con scelte concrete a livello personale e della comunità.
Accogliamo con convinzione la supplica dell’Apostolo Paolo ai Corinzi a nome di Cristo, che è opportuna anche per noi: “lasciatevi riconciliare con Dio … Ecco ora il momento favorevole, ecco il giorno della salvezza!” (2 Cor 5, 20-21; 6,1-2).
Il Dio a cui siamo chiamati a convertirci è il Dio di Gesù Cristo, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. E’ il Dio della misericordia. E’ il Dio che ci assicura un amore ancora più grande dell’amore di una madre o di un padre. Lui è venuto per noi che siamo peccatori e non guarda al nostro peccato se noi cambiamo il nostro cuore. Siamo veramente grati a Papa Francesco che ci ha aiutato ad approfondire l’esperienza della misericordia di Dio nell’anno della misericordia vissuto da tutta la Chiesa nell’anno 2016.
E’ questo il Dio che in Gesù Cristo ci ha detto: “Io sono la porta delle pecore … io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo … io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10, 7-10).

Nelle parole del presidente del Consiglio Comunale La Perdonanza Celestiniana è “un evento atteso e partecipato, caro alla cultura e alla spiritualità degli aquilani. … rappresenta un fattore fondamentale per la storia, l’identità culturale e la coesione della città che può contribuire in maniera significativa al processo di rinascita e ricostruzione che il popolo aquilano sta perseguendo dopo il sisma del 2009 con tenacia e determinazione”.
Che tutto il popolo aquilano possa conservare l’eredità misericordiosa della Perdonanza Celestiniana, in modo che sia Dio a guidare i giorni della città e li ideali dei cittadini e delle comunità.
Che l’amore alla verità e il coraggio della testimonianza senza velli fino al martirio, di San Giovanni Battista che celebriamo oggi, siano la caratteristica della città di L’aquila.
San Giovanni Battista e San Pietro Celestino, benediteci!

João Braz Card. de Aviz
Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica