Consolate il mio popolo

La nuova lettera pastorale

Si è tenuta stamattina, presso i locali della Curia arcivescovile a Campo di Pile, la conferenza stampa per la presentazione dell’undicesima lettera pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Molinari alla chiesa dell’Aquila, “Consolate il mio popolo”. Il direttore dell’ufficio comunicazioni sociali e del periodico diocesano Vola, don Claudio Tracanna, ha introdotto la presentazione curata da Antonella Ciuffetelli docente di religione al liceo classico cittadino. “Nel leggere la lettera, mi sono venute in mente 3 volti dell’arcivescovo; – ha dichiarato don Tracanna – questo vescovo è pastore, perché attraverso la parola di Dio ci invita a credere nella resurrezione di Cristo; è un fotografo, perché la lettera si apre con l’immagine del buio del centro storico della città, su cui l’arcivescovo si è fermato a riflettere percorrendo l’autostrada che dalla capitale porta all’Aquila; è pacifico combattente, perché vuole lottare, unito agli aquilani, per avere spazi e strutture idonei, luoghi di culto necessari ad ogni comunità”. La Ciuffetelli ha illustrato la lettera soffermandosi sul significato del suo titolo che racchiude i sentimenti che hanno ispirato il nostro pastore. Una grande tenerezza per il popolo aquilano, il desiderio di dare una reale parola di consolazione a tutti”. Anche noi, come il popolo di Israele, siamo stati in esilio dopo il 6 aprile ma “con i suoi gesti il Signore salverà il suo popolo – ha proseguito la docente – per questo il nostro sguardo deve essere rivolto a Lui, come ci invita a fare il nostro arcivescovo”. Una lettera meditata e scritta in un momento particolarmente difficile, un anno dopo quella notte che ha cambiato la vita dell’Aquila e della sua provincia, sconvolgendo la quotidianità di ognuno. Nella prefazione del testo, mons. Molinari si rivolge alla sua gente, “ai dilettissimi figli e figlie della chiesa dell’Aquila” colpiti dal terremoto, ricordando loro che “la tragedia dell’aprile 2009 ci ha portato lutti, lacrime e tanto dolore. Ma ci ha fatto sperimentare anche tanta solidarietà che spesso è diventata consolazione e conforto”. Una lettera pastorale, per testimoniare e far capire a tutti gli aquilani sofferenti dove vada ricercata la vera sorgente di ogni consolazione: nel Cristo morto e risorto per noi.“Il Risorto – scrive l’arcivescovo – è sempre presente nella sua Chiesa, anche e soprattutto in questa Chiesa dell’Aquila, ferita e sconvolta dal sisma”. Nel sottolineare che la città, l’intera comunità, hanno ancora tanto bisogno di consolazione, per credere e realizzare la ricostruzione e la rinascita, l’arcivescovo parla anche alle istituzioni, locali e nazionali, “ai responsabili dello Stato e della Politica, a tutti i fratelli e sorelle che hanno la possibilità di aiutarci a ricostruire e a rinascere”, per dire loro “con forza e con tantafiducia, con le parole dell’antico profeta: “Consolate, consolateil mio popolo”. Molinari dunque si è rivolto a tutti con l’invito a non cedere allo scoraggiamento e alla tristezza ma ad essere “come la comunità del mattino di Pasqua”.